Lo
sviluppo dell’identità sessuale di un individuo è un evento che ha origine da
complesse ed intersecate relazioni tra il suo corredo genetico ed il suo
esplicitarsi in un ambiente sociale e culturale esterno che ne indirizzerà in
prevalenza lo sviluppo verso un particolare modello soggettivo di
rappresentazione interna.
Il sesso cromosomico individuale è
determinato al momento stesso della fecondazione. Tuttavia inizialmente le
differenze sessuali sono pressoché nulle ed elicitate invece da una catena di
eventi a cascata che dai geni, agli ormoni, alla struttura e funzione del
cervello, portano al dimorfismo sessuale e comportamentale. Infatti nella
specie umana, la differenziazione sessuale inizia solo dopo la sesta settimana
di gestazione, e fino a quel momento il feto è bisessuale ed evolve la sua
definizione attraverso un procedimento che interessa il sistema neuroendocrino,
a partire dal sesso genetico (XX e XY). Il programma di base della natura è
predisposto per creare una femmina: l’embrione geneticamente maschio per
potersi sviluppare come tale, deve sopprimere il programma di base tramite
l’attivazione di un processo di defemminizzazione neuroendocrina, e quindi
tramite l’induzione di un programma di mascolinizzazione, attraverso l’azione
di un gene presente sul cromosoma Y, chiamato SRY (sex determinating region on the chromosome Y) responsabile dello
sviluppo dei testicoli. Non è chiaro
come il feto maschile riesca a convertire il programma di base, e tra l’altro
non pare che sia il testosterone a realizzare la conversione bensì un ormone
femminile, l’estradiolo, opportunamente modificato in testosterone. In effetti
non esistono ormoni sessuali solo maschili o solo femminili, in quanto il
testosterone è presente anche nelle femmine, seppur in quantità inferiori,
analogamente agli estrogeni presenti nel circolo ematico dei maschi. Di fatto,
il cervello ha nei due sessi, lo stesso numero di recettori per tutti gli
ormoni sessuali e tutte queste interazioni rendono difficile il compito di
definire una differenza netta nel comportamento sessuale di uomini e donne.
In ogni
caso a partire dalla sesta settimana inizia il processo di differenziazione
sessuale, che avrà il suo periodo critico tra l’undicesima e la diciassettesima
settimana, e riguarda oltre che l’apparato sessuale interno ed esterno anche le
strutture del sistemo nervoso in generale, che ne sostengono le
diversità.
Negli
ultimi anni, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie di neuroimmagine (PET e
fMRI) è stato possibile migliorare la comprensione delle differenze biologiche
tra i sessi (su modello animale), per quanto concerne attività, struttura e
biochimica del cervello: in giovani ratti maschi adulti è stata mostrata una
relazione diretta tra il livello di testosterone nel sangue e l’attività
sessuale, e la castrazione riduce l’attività sessuale al pari della diminuzione
del testosterone. Analogamente si nota un comportamento molto simile nelle
femmine adulte di ratto, dove gli estrogeni ed il progesterone svolgono un ruolo
attivo nella stimolazione dell’attività sessuale, coincidente con l’estro, il
periodo fertile in cui si ha l’ovulazione.
Nei
primati, quali i giovani macachi, non è stata invece riscontrata una
correlazione cosi diretta tra la stimolazione neuroendocrina e la messa in atto
di comportamenti sessuali: infatti se si sterilizza un macaco maschio che si è
accoppiato più volte si nota una riduzione molto limitata dell’attività sessuale anche se il testosterone
subisce un netto calo nella concentrazione ematica. Le stesse considerazioni
possono essere fatte per le femmine, la cui attività sessuale non coincide
necessariamente con l’estro. Quello che si evince dall’osservazione del
comportamento sessuale dei macachi è che questo sia legato più alla formazione
di coppie e legami sociali piuttosto che alla concentrazione ematica degli
ormoni. Appare quindi evidente come in specie più evolute e complesse
l’attività sessuale sia svicolata dal controllo diretto degli ormoni sessuali,
perché l’influenza dei centri corticali superiori prevale su quella
dell’ipotalamo.
È quindi
interessante notare come il comportamento della nostra specie si sia evoluto a
partire da semplici schemi automatici, sotto il controllo di strutture
cerebrali più primitive risiedenti nel tronco dell’encefalo, quali appunto
l’ipotalamo e ed altre aree limbiche, per poi aumentare progressivamente la
complessità delle sue strutture corticali e delle interazioni che esse
stabiliscono con l’ambiente circostante, divenendo in ultimo un tutt’uno nella concausa
dello sviluppo di un determinato comportamento specie-specifico (in questo caso
la risposta sessuale).
È quindi
inscindibile nello sviluppo dell’identità sessuale di un individuo l’influenza,
oltre che degli eventi genetici prenatali appena considerati, di tutto il
corredo comportamentale e dalle aspettative postevi sopra dal contesto sociale
e ambientale in cui l’individuo
nasce, cresce e sviluppa la sua personalità soggettiva. Infatti, lo sviluppo
corticale necessario all’elaborazione delle informazioni e alla consolidazione
di specifici modelli e schemi di rappresentazione cognitiva rispetto a se
stessi e al mondo, verranno fortemente influenzati dalla rete sociale in cui il
soggetto è inserito fin dalla nascita. Già la stessa attribuzione di uno
specifico sesso data dalla conoscenza del genere crea un’aspettativa che
condizionerà come il neonato verrà educato, quali relazioni e condizioni
sociali sperimenterà ed altri tipi di esperienze che in ultimo rinforzeranno
l’attribuzione primaria del genere sessuale. In un certo senso si può affermare
che il sesso biologico è anch’esso una “costruzione sociale”.
È quindi
necessario sottolineare che una corretta interpretazione dei processi di
sviluppo del sesso e del genere potrà emergere chiaramente solo da una visione
d’insieme delle interazioni esistenti tra tutti i fattori genetici ed
ambientali, biologici e socioculturali, interni ed esterni all’individuo.
“Fisiologia del comportamento” N. R. Carlson. Piccin 2002
“Sexing the brain” L. Rogers The Guernsey Press Co Ldt, GB 1999
“Psiconeuroimunologia” F. Bottaccioli, Red Edizoni, Novara, 1995
“Genere, sesso, cultura” M. Busoni Carocci Editore, Roma 2000
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