Elena Cossu

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Roma, Roma, Italy
Psicologa iscritta all'Ordine degli Psicologi del Lazio con N° 19999. Psicoterapeuta Gestalt Analitica presso Il Centro Studi Psicosomatica, (CSP,IGA) Ha conseguito la Laurea Magistrale in Neuroscienze Cognitive e Riabilitazione Psicologica presso l'Università degli studi di Roma La Sapienza. Ha svolto un Master biennale in Sessuologia Clinica e Criminologica presso l'Associazione Italiana di Sessuologia Clinica.

martedì 10 settembre 2013

“La costruzione dell’identità attraverso i media”

Analizzando la società odierna è necessario approfondire come lentamente i media si siano fatti portavoce delle variazioni delle mode e dei desideri della collettività, prontamente decisi nei consigli d’amministrazione delle reti televisive nazionali e fissata poi nelle menti dei telespettatori attraverso messaggi subliminali e pubblicità. Questo processo ha portato verso un progressivo controllo da parte dei media sui processi di sviluppo educativi e non solo, rendendosi l’opera di omologazione principale delle masse e in tal modo la prima agenzia del credo normativo pubblico.
Il credo normativo è per l’appunto ciò che dalla maggioranza è ritenuto normale a seguito della ripetizione quasi ridondante di un determinato messaggio, il quale diventa talmente radicato negli inconsci collettivi da essere accettato e immagazzinato senza alcuna analisi critica sul significato implicito del messaggio stesso. Parallelamente alla crescita di questo fenomeno si assiste a una crescente passività e diminuzione della consapevolezza della maggioranza dei cittadini sottoposti a questo subdolo processo di condizionamento collettivo cosi che avviene la normalizzazione culturale di modelli comportamentali sulla sessualità devianti e poco attuabili nella realtà psicosociale. Ciò che ne consegue è un aumento di ansia collettiva riguardo alle proprie prestazioni sessuali e al raggiungimento di un’immagine di sé che rispecchia esclusivamente caratteristiche standardizzate.
Com’è di naturale intuizione è probabile che dietro a tutte queste azioni con fine manipolatorio ci siano le grandi industrie commerciali e le forze pubblicitarie delle multinazionali volte a rendere “prodotto” qualunque cosa possa essere fonte di guadagno. E sicuramente il sesso è fonte di guadagno. E questo si nota nell’analisi delle singole pubblicità che presentano uomini e donne sessualmente attraenti e, con caratteristiche di bellezza disegnata sulla perfezione dl corpi statuari che presentano qualsivoglia prodotto commerciale, primariamente alcolici, macchine, profumi e prodotti alimentari,  rendendo poco visibile il messaggio subliminale per cui acquistando quel prodotto specifico la qualità della vita (sessuale) migliorerà sicuramente: “la pubblicità, la televisione e la carta stampata ci propongono corpi irreali, digitalizzati, trattati manipolati, di carta e di plastica, il cui scopo è farci sognare, desiderare, consumare” cit. Donatella Bersan, Indignate 2011.
I bambini e gli adolescenti sono i primi ad essere maggiormente soggetti all’influenza mediatica: vuoi per genitori distratti, vuoi per genitori assenti, essi  passano più di 4 ore davanti al televisore o al computer, e le loro strutture cognitive, ancora in formazione, non sono del tutto in grado di compiere un’analisi critica e consapevole rispetto a ciò che si sta guardando, soprattutto se non c’è nessun adulto a poter delucidare le fonti del messaggio, qualunque esso sia. Cosi i bambini in particolare assorbono come spugne i messaggi che dalla TV vengono veicolati: dalla violenza, ad una sessualità sempre più esplicita e volgare, dall’importanza dell’avere gli oggetti di tendenza ed i vestiti più alla moda, fino ad un’incessante costruzione di una visione superficiale della vita, dove non si sa più chi si è senza quei determinati oggetti che rappresentano per volere altrui l’identità dei singoli individui che crescono oggigiorno in questa società.


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