Analizzando la società odierna è necessario approfondire come lentamente i media si siano fatti portavoce delle
variazioni delle mode e dei desideri della collettività, prontamente decisi nei
consigli d’amministrazione delle reti televisive nazionali e fissata poi nelle
menti dei telespettatori attraverso messaggi subliminali e pubblicità. Questo
processo ha portato verso un progressivo controllo da parte dei media sui
processi di sviluppo educativi e non solo, rendendosi l’opera di omologazione
principale delle masse e in tal modo la prima agenzia del credo normativo
pubblico.
Il credo normativo è per
l’appunto ciò che dalla maggioranza è ritenuto normale a seguito della
ripetizione quasi ridondante di un determinato messaggio, il quale diventa
talmente radicato negli inconsci collettivi da essere accettato e immagazzinato
senza alcuna analisi critica sul significato implicito del messaggio stesso.
Parallelamente alla crescita di questo fenomeno si assiste a una crescente passività
e diminuzione della consapevolezza della maggioranza dei cittadini sottoposti a
questo subdolo processo di condizionamento collettivo cosi che avviene la
normalizzazione culturale di modelli comportamentali sulla sessualità devianti
e poco attuabili nella realtà psicosociale. Ciò che ne consegue è un aumento di
ansia collettiva riguardo alle proprie prestazioni sessuali e al raggiungimento
di un’immagine di sé che rispecchia esclusivamente caratteristiche
standardizzate.
Com’è di naturale intuizione
è probabile che dietro a tutte queste azioni con fine manipolatorio ci siano le
grandi industrie commerciali e le forze pubblicitarie delle multinazionali
volte a rendere “prodotto” qualunque cosa possa essere fonte di guadagno. E
sicuramente il sesso è fonte di guadagno. E questo si nota nell’analisi delle
singole pubblicità che presentano uomini e donne sessualmente attraenti e, con
caratteristiche di bellezza disegnata sulla perfezione dl corpi statuari che
presentano qualsivoglia prodotto commerciale, primariamente alcolici, macchine,
profumi e prodotti alimentari,
rendendo poco visibile il messaggio subliminale per cui acquistando quel
prodotto specifico la qualità della vita (sessuale) migliorerà sicuramente: “la pubblicità, la televisione e la carta
stampata ci propongono corpi irreali, digitalizzati, trattati manipolati, di
carta e di plastica, il cui scopo è farci sognare, desiderare, consumare” cit.
Donatella Bersan, Indignate 2011.
I bambini e gli adolescenti
sono i primi ad essere maggiormente soggetti all’influenza mediatica: vuoi per
genitori distratti, vuoi per genitori assenti, essi passano più di 4 ore davanti al televisore o al computer, e
le loro strutture cognitive, ancora in formazione, non sono del tutto in grado
di compiere un’analisi critica e consapevole rispetto a ciò che si sta
guardando, soprattutto se non c’è nessun adulto a poter delucidare le fonti del
messaggio, qualunque esso sia. Cosi i bambini in particolare assorbono come
spugne i messaggi che dalla TV vengono veicolati: dalla violenza, ad una
sessualità sempre più esplicita e volgare, dall’importanza dell’avere gli
oggetti di tendenza ed i vestiti più alla moda, fino ad un’incessante
costruzione di una visione superficiale della vita, dove non si sa più chi si è
senza quei determinati oggetti che rappresentano per volere altrui l’identità
dei singoli individui che crescono oggigiorno in questa società.
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