Elena Cossu

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Roma, Roma, Italy
Psicologa iscritta all'Ordine degli Psicologi del Lazio con N° 19999. Psicoterapeuta Gestalt Analitica presso Il Centro Studi Psicosomatica, (CSP,IGA) Ha conseguito la Laurea Magistrale in Neuroscienze Cognitive e Riabilitazione Psicologica presso l'Università degli studi di Roma La Sapienza. Ha svolto un Master biennale in Sessuologia Clinica e Criminologica presso l'Associazione Italiana di Sessuologia Clinica.

martedì 10 settembre 2013

Breve analisi dell’evoluzione sessuale e della percezione odierna di sessualità in occidente.

L’essere umano è un sistema complesso poiché a partire dai più semplici processi della chimica e della biologia di base, emerge la coscienza, o il pensiero consapevole di chi siamo e che ruolo abbiamo nel mondo. La dinamica implicita nell’evoluzione del pensiero si sviluppa quindi dalle costanti relazioni e connessioni neurali che danno voce alla complessità intrinseca di ogni individuo e che compongono la materia base da cui scaturiscono le proprietà della mente. Ogni individuo è inoltre inserito in una fitta rete di relazioni sociali che ne compongono l’ambiente esterno, dalla nascita alla morte, e che rappresentano il contesto culturale entro cui si svilupperanno l’individualità soggettiva, le competenze  personali, e che gli permetteranno di vivere un vita socialmente integrata ed emotivamente soddisfacente.
La sessualità è un aspetto fondamentale del comportamento dell'essere umano e comprende quegli atti finalizzati alla riproduzione, alla ricerca del piacere ma anche sociali, che si sono sviluppati in relazione alle proprietà tipiche dell'apparato riproduttivo. Infatti, l'ambito sessuale influenza in maniera considerevole oltre che l'evoluzione socio-culturale a livello globale, anche la crescita individuale della persona coinvolgendo pienamente la sua vita relazionale.
Per analizzare correttamente la sessualità umana occorre innanzitutto distinguere tra sesso biologico e identità sessuale, intesa come la percezione soggettiva di appartenere al genere maschile o femminile a prescindere dalla componente prettamente biologica.
Dall’infanzia all’adolescenza fino all’età adulta la superficie corporea rimane il primo organo sensoriale attraverso cui conosciamo l’ambiente esterno e costruiamo le rappresentazioni cognitive su noi stessi e sul mondo. Un sano rapporto con il proprio corpo è quindi il primo induttore di una percezione sensoriale e sessuale che fin dalla tenera età predisporrà l’individuo ad un vissuto pieno e consapevole rispetto alla sua identità ed alle sue esperienze sessuali nel corso della vita futura, garantendone pertanto un vissuto soddisfacente .
Su questa base biologica si instaura presto una sovrastruttura culturale Il concetto di sessualità si compone infatti di un duplice aspetto: natura e cultura. È, infatti, dal substrato biologico che si è andata definendo nella storia dell’umanità la concezione di ruolo appropriato ad un determinato e specifico corpo, e di sicuro la diversità dell’anatomia e della fisiologia degli apparati sessuali maschili e femminili ha posto le basi per una differenziazione anche a livello socio-culturale. Simbolicamente parlando rispetto all’anatomia dei genitali maschili e femminili si può notare come l’uomo sia “proiettato” verso l’esterno mentre la donna “accoglie” al suo interno. Questo ha generato nella psiche archetipica collettiva dell’umanità già le prime differenze comportamentali e di ruolo: l’uomo si fa cacciatore ed esploratore del suo ambiente e la donna si fa veste, al contrario, di colei che mantiene l’ambiente intimo, la famiglia e la casa, nell’ordine ed equilibrio di accoglienza e sensibilità rispetto ai bisogni dei suoi componenti.
Si nota quindi la profonda interazione che avviene tra eventi naturali e culturali nel determinare il sesso e il ruolo ad esso corrispondente: l’evoluzione culturale dell’uomo ha da sempre influenzato i modelli di rappresentazione collettivi rispetto agli stili comportamentali più adeguati ad un relativo “sesso”. Il credo normativo culturale di una determinata epoca storica in uno specifico luogo geografico ha da sempre inciso nello sviluppo di regole, norme e credenze rispetto al maschile e femminile e alla giusta interazione tra essi, considerando come deviante qualunque scostamento da tali condizioni implicitamente sostenute da quello specifico modello culturale in questione.
Nella storia della società occidentale si è assistito per secoli a un lentissimo e progressivo cambiamento che solo a partire dagli anni ‘70 ha subito una radicale quanto brusca inversione di modelli, valori e costumi condivisi dalla maggioranza della popolazione rispetto alla sessualità ed a ciò che essa concerne, come appunto i ruoli dell’uomo e della donna. A partire dagli esordi naturali della storia dell’uomo in cui le società primitive vivevano il sesso al pari di qualunque altro istinto fisiologico, si è andati verso una lenta inibizione dei temi legati alla sessualità, inizialmente determinata dalla comprensione, niente affatto ovvia, del rapporto tra sesso e gravidanza. Questo evento ha probabilmente determinato il cambiamento dei rapporti tra maschi e femmine, poiché le femmine portando in grembo qualcosa che dipendeva ed era di proprietà del maschio, ne divenivano anche loro proprietà. Salvo rare eccezioni tutta la storia è caratterizzata da un rapporto non pari tra i due sessi. A questo si aggiunse, con lo sviluppo delle culture ad impostazione religiosa cristiano-cattolica, la demonificazione del sesso, per secoli associato al peccato. Ciò ha generato tabù e sensi di colpa verso ciò che di più naturale vi sia tra i comportamenti dell’essere umano. Invece negli anni ’70 si assiste ad una rivoluzione culturale: l’emancipazione femminile, dovuta in gran parte all’introduzione degli anti-concezionali che per la prima volta nella storia umana permettevano di separare il sesso dalla riproduzione.  Su questo scenario, che prometteva di riportare il sesso ad una dimensione più naturale, si è insinuata ed aggiunta in maniera sempre più evidente la televisione e l’influenza dei mass media i quali, con una rapida evoluzione rispetto alla precedente epoca storica, e soprattutto negli ultimi anni, hanno portato ad una sconcertante quanto degenerata visione della sessualità quale merce di scambio, oggetto di strumentalizzazione del potere mediatico, nonché alla deprivazione del significato più profondo che in essa risiede, quale appunto parte dell’identità personale e dello sviluppo relazionale significativo con noi stessi e con un altro diverso da noi.
Osservando quindi come si sia evoluta la percezione della sessualità in relazione alla storia dell’uomo si arriva ad un quadro odierno di grande confusione, incertezza, perdita di valori e di significato. In particolare per le nuove generazioni, che comunque provengono da un retaggio culturale come abbiamo visto permeato dall’ambivalenza riguardo ai temi della sessualità, e si ritrovano in un contesto sociale ancora più ambiguo e dissociato, dove il sesso viene visto al pari di qualunque altro prodotto commerciale e dove la soggettività personale viene ad essere intaccata da modelli estetici, sociali e culturali privi di realtà ma esclusivamente volti a promuovere un omologazione di massa senza di identità.   


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