Per approfondire come la nascita
della tv abbia contribuito all’aumento della perdita dell’identità, e più in
profondo alla confusione del significato della sessualità, va considerato più
che altro il suo coinvolgimento nel promuovere modelli sociali di riferimento e
nel veicolare messaggi pubblicitari, volti ad indurre l’utente a consumare il
prodotto, qualsivoglia esso sia. Tra questi prodotti risalta in particolare la
pubblicizzazione di alcuni giocattoli per bambini: vorrei a tal proposito
considerare la nascita della bambola più famosa del mondo, Barbie, come il
simbolo materiale e concreto di ciò che ha dato inizio alla distorsione e costruzione
del corpo femminile come oggetto di merce e strumentalizzazione del potere
associato alla conformazione collettiva rispetto ad un estetica finta, di plastica
(in molti casi nel vero senso della parola) a discapito della perdita
dell’individualità ed autenticità della persona.
I bambini sono i primi a subire le
influenze mediatiche non solo attraverso programmi televisivi ma anche
attraverso quello che di più naturale ci possa essere nelle fasi evolutive di
crescita: il gioco. Il gioco è per l’appunto una fase di transizione e
simulazione della realtà che consente di apprenderne i suoi reali contenuti.
Milioni di bambine sono
cresciute e continuano a crescere con il modello di questa bambola perfetta,
con un corpo da pin up e il sorriso sempre stampato, trucco perfetto, la messa
in piega e gli abiti alla moda. Peculiarità di questo giocattolo è che
rappresenta il corpo di una donna adulta nuda (Barbie ha un seno ben definito)
e pertanto porta in sé la proiezione di un’immagine irrealistica e fittizia di
come dovrebbe essere una persona adulta di sesso femminile. Inoltre lo
stereotipo della donna bambola bionda taglia 40 è facilmente associabile alle modelle proposte come icone
della moda femminile. Nonostante molte campagne di opposizione si sono
combattute contro il sottostante concetto di “magro è bello” e contro il
diffondersi di stereotipi di ragazzine anoressiche che spopolano nelle riviste
di moda e nelle presentazioni dei mass media, la forza con cui questo modello
si è imposto nella società occidentale ha contribuito al diffondersi del
malessere narcisistico dato dalla distorsione dell’immagine di Sé e del non
riconoscimento della propria autenticità come unica e pertanto diversa dalle
altre.
Infine
Barbie non invecchia mai: la chirurgia plastica risulta essere lo strumento
prediletto dalla proposta mediatica per raggiungere quello stato di “bellezza”
ed identificazione con questo modello: dal soddisfacimento dell’ossessione per
un corpo perfetto, fatto su misura, alla possibilità di fissare quel corpo nel
tempo, privandolo della sua naturale evoluzione e significato, poiché privato
di ogni contenuto quel corpo, iniziando a deteriorarsi per la vecchia, perderà
ogni valore.
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