La ricerca di un legame d’attaccamento
privilegiato e selettivo con un’altra persona, ovvero di un legame emotivo dal
quale derivi un senso di sicurezza individuale e che sia garante di un benessere
psicologico, sembra costituire il primo motore che spinge l’individuo adulto ad
impegnarsi in una relazione di coppia (Cutrona 2004, Obegi e Berant 2009). È,
infatti, caratteristica degli esseri umani la necessità di un senso di
condivisione di quello che di più intimo ci appartiene, ossia la condivisione
delle emozioni e degli affetti più profondi che costellano la nostra esperienza
come persone e il nostro viver quotidiano.
Come
il bambino che attraverso la madre sviluppa e organizza la regolazione delle
emozioni, che permette lo strutturarsi di una coscienza emotiva su sé stesso e
sul mondo, così l’adulto ha necessità di instaurare dei legami significativi
che gli permettano di dare un senso di continuità e coerenza alla propria
esistenza. Il legame con il partner fa sì che ci si assicuri il bisogno di
regolare le proprie emozioni in una diade, ricostituendo quella specifica configurazione in cui le dinamiche
affettive e le esigenze primarie di sicurezza vengono appagate dal rapporto con
l’altro.
La
continuità del bisogno di relazione sembra quindi un principio regolatore di
tutta l’esistenza, e risponde a bisogni di continua stimolazione affettiva e
cognitiva, che sulla base di determinati circuiti funzionali regolati al
livello psicobiologico, potranno avere differenti esiti a seconda di come si
sono strutturati a partire dalla prima infanzia e nel corso del successivo
sviluppo dell’individuo.
Continuità e cambiamento
Bowlby
(1979) sosteneva che l’attaccamento fosse un sistema motivazionale che ci
accompagna “dalla culla alla tomba”, mettendo in risalto la continuità del
bisogno primario di relazione con un'altra persona che sia fonte di sicurezza e
stabilità, lungo tutto il corso del ciclo vitale. Egli considerava la relazione
madre-bambino e la relazione tra partner adulti dello stesso tipo, poiché
entrambe caratterizzate dalle stesse funzioni e pattern comportamentali
riscontrati nell’attaccamento infantile: nelle relazioni di
coppia, si assiste alla ricerca di prossimità e contatto fisico, nonostante
questo sia inizialmente congiunto all’attrazione sessuale, che nell’adulto diventa
nel tempo garante di vicinanza emotiva e sostegno psicologico; continua,
inoltre, a sussistere la protesta alla separazione, con stati d’ansia e
angoscia all’allontanamento del partner; infine la funzione di rifugio sicuro e
base sicura sembrano essere una costante nella percezione che un partner ha
dell’altro, ossia la formazione di un legame che funga da “nicchia sicura”, che
cioè da una parte protegga da situazioni di disagio e stress, e dall’altra dia
la possibilità di conseguire le proprie aspettative di autoaffermazione nel
mondo esterno, e di continuare il processo maturativo di differenziazione
dell’individuo.
Questa
sorta di continuità nel sistema d’attaccamento, dall’infanzia all’età adulta,
ha dato luogo allo sviluppo dell’ipotesi prototipica, che postula, per
l’appunto, una sostanziale rigidità e fissità degli schemi internalizzati nelle
prime esperienze affettive, che continuano a modulare le esperienze relazionali
lungo tutto il corso del il ciclo vitale. Così i modelli operativi interni fungono
da filtri dell’esperienza, influenzando i processi cognitivi ed affettivi ed
agendo come attributori di significato, condizionando in ultimo la risposta
comportamentale messa in atto dall’individuo.
Ad
ogni modo, è naturale che una totale sovrapposizione dei modelli di relazione
“adulta versus infantile” è da
considerarsi inadeguata, poiché elementi di discontinuità e cambiamento
sono parte integrante del processo
evolutivo. In primo luogo si passa dal rapporto asimmetrico madre-bambino alla
sostanziale simmetria e reciprocità della relazione tra adulti, bidirezionalità
che si espleta nelle funzioni alternate di caregiving e carseeking: essere
oggetto di dipendenza e al tempo stesso dipendente dall’oggetto, ossia fornire
cure quando richiesto e chiederne quando se ne ha bisogno (Carli, Cavanna,
Zavattini 2009).
In
secondo luogo, va considerato il processo di plasticità e adattamento che
comporta nell’essere umano la capacità di revisionare e ristrutturare i
precedenti schemi, o modelli interni, a seguito di nuove e significative
esperienze, durante l’intero arco di vita. Molti studi ipotizzano, infatti, la
presenza di più modelli operativi, che operano in un sistema gerarchico a
seconda della specificità del contesto e della relazione in questione.
Infine,
particolare attenzione va posta ai sistemi motivazionali che s‘intrecciano nel
dare forma alla peculiare relazione che si instaura nel rapporto di coppia e
che la differenziano da tutti gli altri rapporti e coinvolgimenti emotivi che
compongono lo spettro delle relazioni sociali umane. Questi sistemi comprendono
l’attaccamento, l’accudimento e la sessualità.
Sistemi motivazionali
nell’attaccamento di coppia
Le molteplici dimensioni dei sistemi
motivazionali interagenti nella formazione dei legami amorosi, che comprendono
appunto l’attaccamento, l’accudimento e la sessualità, concorrono nella
creazione delle complesse combinazioni che contraddistinguono ogni rapporto di
coppia come una diade a sé stante, con la sua particolare dinamica intersoggettiva
che ne definisce il “Senso del Noi” (Norsa, Zavattini 2009). I diversi
sentimenti sperimentabili in una relazione andrebbero letti alla luce delle
caratteristiche e dell’intreccio di questi tre sistemi, nonché come conseguenza
dell’incastro o matching dei MOI
appartenenti a ciascun membro della diade.
L’accudimento
concerne una vasta gamma di comportamenti che risultano complementari ai
comportamenti di attaccamento nel bambino, e che hanno l’obiettivo principale
di fornire protezione. Anche negli adulti questo sistema è strettamente legato
al sostegno dato al partner nei momenti di bisogno, al fine di favorire il
senso di vicinanza emotiva e di conforto in situazioni che sono fonte di stress e difficoltà. È quindi la
capacità di offrire al proprio compagno quel rifugio sicuro, rispondendo con
sensibilità, flessibilità e appropriatezza al disagio manifestato dal partner
richiedente rassicurazione e conforto. Questo sistema è strettamente legato al
sistema dell’attaccamento, si può dire che questi rappresentino le “due facce
della stessa medaglia”, in quanto è proprio la bidirezionalità e bilanciamento
del comportamento di caregiving e di careseeking che costituisce il nucleo
della base sicura in una relazione di coppia.
La
sessualità rappresenta il sistema motivazionale e comportamentale che sembra
contraddistinguere maggiormente le relazioni di attaccamento romantico dalle
relazioni di attaccamento infantile. Nonostante questo, già al suo tempo, Freud
fu il primo a individuare delle sorprendenti similitudini tra coppie di amanti
e coppie madre-figlio per ciò che concerne l’intimità fisica. In particolare,
all’inizio di una relazione, i partner sessuali spendono la maggior parte del
tempo impegnati in un reciproco guardarsi negli occhi, abbracciarsi teneramente,
e baciarsi con un prolungato contatto faccia a faccia, in maniera simile a come
si comportano le diadi madre-bambino. Si è inoltre riscontrata la presenza,
nelle coppie di amanti, di un linguaggio abbastanza simile al baby-talk.
Molti
studi evidenziano la presenza degli stessi circuiti neurobiologici sottostanti
alla modulazione del comportamento d’attaccamento madre-figlio e del
comportamento sessuale tra partner. L’ossitocina è un neuropeptide rilasciato sia nelle ultime fasi della gravidanza,
nel parto e nell’allattamento, sia nella fase di massima tensione sessuale
durante l’amplesso degli amanti.
L’attrazione
sessuale sembra essere il primo fattore scatenante nella formazione di un
legame di coppia, e molti studiosi, al di là delle componenti edoniche e delle
finalità evoluzionistiche della specie, considerano la sessualità come
funzionale all’attaccamento, poiché stimola la ricerca del contatto con l’altro
e alimenta il mantenimento del legame. L’attrazione sessuale aiuta a garantire
che gli adulti cercheranno e manterranno la prossimità agli individui a cui
potranno diventare attaccati.
L’equilibrio
dinamico fra questi tre sistemi motivazionali garantisce un corretto
funzionamento della coppia e lo sbilanciamento verso un polo, quale può essere
quello determinato da una particolare fase del ciclo vitale, come ad esempio la
nascita di un figlio, che può comportare una diminuzione dell’attivazione del
sistema sessuale e di attaccamento in funzione dell’aumento del sistema di
accudimento verso un terzo, che può portare la coppia a momenti di crisi, in
cui l’aspetto più critico riguarda proprio la capacità di ripristinare un
corretto bilanciamento dei tre sistemi.
La
riuscita di un rapporto di coppia dipende quindi dalla capacità di regolazione
emotiva della diade che comporta un continuo monitoraggio affettivo rispetto
alle esigenze dei due partner di mantenere un equilibrio dinamico tra i sistemi
motivazionali coinvolti nella
relazione. Un fattore particolare che influenza questo processo è rappresentato
dal particolare incastro dei MOI dei due partner, che determinerà lo stile
relazionale, la competenza comunicativa e la capacità di gestione del conflitto
messi in atto nella diade (Castellano, Velotti, Zavattini 2010).
MOI e attaccamento nella coppia
L’incrocio
dei modelli rappresentazionali dei due partner produce una gamma di
combinazioni dagli esiti relazionali diversificati (Cavanna 2009):
- Matching
sicuro-sicuro: sono coppie
contraddistinte da flessibilità e interindipendenza emotiva, con modalità
relazionali improntate a riflessività e coerenza, i partner affrontano il tema
degli affetti con realismo e consapevolezza esprimendo capacità di modulazione
e regolazione affettiva, sapendo gestire il conflitto in maniera propositiva e
propulsiva alla crescita individuale e della coppia.
- Matching
sicuro-insicuro: è una relazione
potenzialmente in grado di costituire un esperienza emozionalmente correttiva
dello stato mentale del partner insicuro, ma evidenze empiriche riscontrano una
diversità degli esiti a seconda del genere sessuale del partner insicuro,
infatti la riorganizzazione dei propri schemi disadattivi avviene con più
facilità quando il partner insicuro è la donna.
- Matching
insicuro-insicuro: sono coppie in cui emergono forti aspetti di
insoddisfazione, conflittualità e difficoltà, ma che presentano paradossalmente
vari gradi di adattamento diadico e diversi pattern caratteristici in funzione
del tipo di incastro e di stile d’attaccamento insicuro dei partner:
Distanziante/distanziante > i bisogni di accudimento, dipendenza
e vulnerabilità sono in buona parte negati. L’enfasi è posta sull’indipendenza
ma risultano disregolati sul piano emotivo, evitano il conflitto.
Preoccupato/preoccupato > amplificano i bisogni di accudimento e
vicinanza anche se questi non sono mai del tutto “saturabili”, entrano spesso
in disaccordo e in conflitto con atteggiamenti di rifiuto reciproco.
Distanziante/preoccupato > presentano una difficoltà di sintonizzazione e
regolazione reciproca, i livelli di conflitto possono essere elevati ed è
particolarmente bassa la soddisfazione tra i partner. Ciononostante sono coppie
la cui stabilità è paragonabile a quella delle coppie caratterizzate da pattern
di attaccamento sicuro.
L’evidenza
della stabilità di legami percepiti come insoddisfacenti dagli stessi
componenti della coppia porta alla riflessione sul tema dell’uso dell’altro,
che può essere di tipo propulsivo, teso verso una crescita personale tramite l’integrazione
di parti di sé all’interno di una matrice intersoggettiva composta appunto
dalla diade, o al contrario di tipo collusivo dove l’altro diventa l’estensione
delle parti negate, proiettate e scisse della propria identità. In questo modo
la relazione diventa una forma di difesa per la propria integrità psichica, di
cui si ha necessità per mantenere una costante ed una coerenza interna che dia
una sorta di continuità con i modelli interiorizzati a partire dalle prime
esperienze relazionali affettive e di attaccamento, anche se negative (Norsa,
Zavattini 2009).
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